Gentile visitatore, prenditi un minuto, per favore, prima di consultare eventualmente il mio profilo....

Gentile visitatore di questo sito,

 

innanzitutto grazie per avere scelto di accedervi. La mia home-page, che abitualmente mette in primo piano il mio profilo di saggista, prevalentemente impegnato nel campo dell'investigazione filosofica e dell'indagine sociologica e di costume, oggi ha cambiato veste, facendo precedere il profilo stesso da questo spazio d'informazione (e di riflessione). Nell'ambito degli interessi cui accennavo poc'anzi, ho sempre coltivato il mio impegno civile, anche attraverso i miei scritti, a favore di temi a me molto cari, come la libertà di ricerca scientifica, il diritto all'autodeterminazione della persona (con particolare riferimento alle scelte sul fine vita), la difesa della laicità dello Stato, l'approvazione di un codice bioetico che non sia redatto sotto diretta dettatura del potere religioso, ma che tenga nel giusto conto le ragionevoli istanze di chi non crede, e molti altri temi ancora. In relazione a questi ideali, ho trovato il mio naturale riferimento nella straordinariamente meritoria attività della Associazione Luca Coscioni, alla quale mi onoro di essere iscritto da molti anni.

 

Al cospetto dell'enorme rilevanza dei temi poc'anzi accennati, il mio profilo diventa cosa di ben poca importanza. Per questo ho deciso, oggi, di farlo precedere da questo spazio di riflessione. Ci troviamo, infatti, in un momento molto particolare per quanto riguarda un tema che è certamente assai delicato: quello relativo alla questione del suicidio assistito. Tale tema ha avuto molto risalto mediatico, qualche anno fa, in occasione della dolorosa vicenda di "DJ Fabo", il quale - cieco e completamente paralizzato - decise di porre fine alla sua tremenda sofferenza, priva di alcuna speranza di vedere un termine. Non potendo attuare il suo proposito in Italia, paese privo di una legge che prevedesse una via di fuga da queste situazioni estreme, dovette rivolgersi ad una struttura situata in Svizzera, ove invece queste situazioni sono regolamentate (in maniera rigida e severa - è bene rammentarlo - perché non è intenzione di nessuno svilire il valore della vita, come le cosiddette associazioni pro-life insinuano, assurdamente e del tutto infondatamente, che accada). Nel suo mesto, ma anche liberatorio viaggio, "DJ Fabo" fu accompagnato e assistito da Marco Cappato, storico dirigente dell'Associazione Luca Coscioni. Un vero eroe dei nostri giorni, perché la sua opera volta ad alleviare la sofferenza altrui gli è costata un processo che gli ha fatto rischiare 12 anni di carcere. La Corte di Cassazione gli evitò quella pena assurda, esortando il potere legislativo a varare una legge che finalmente colmasse quella che è una lacuna al giorno d'oggi inammissibile. L'eroismo di Marco Cappato consentì comunque di conseguire un importante traguardo, perché successivamente alla sua vicenda giudiziaria fu stabilita la legittimità dell'accesso al suicidio assistito, ove ricorressero i seguenti criteri: il soggetto deve essere pienamente capace di intendere e di volere (ci mancherebbe, n.d.r.), deve essere affetto da una patologia irreversibile che sia causa di gravi sofferenze fisiche o psichiche, e la sua sopravvivenza deve dipendere da trattamenti di sostegno vitale (come si è soliti dire, deve essere "attaccato ad una macchina", ad esempio ad un respiratore automatico).

 

Nel frattempo, altri pazienti ridotti in condizioni disperate, senza speranza alcuna di guarigione, ma non "attaccati" ad alcuna macchina, e quindi non dipendenti da quel "sostegno vitale" previsto dalla legge attuale, si sono rivolti a Cappato, il quale si trova ora nuovamente esposto al rischio di subire una grave, ingiusta condanna. Non solo. In uno dei casi più recenti, il Governo si è costituito parte civile contro di lui, sulla base di una legge del 1930! Il giudice ha rimesso, anche questa volta, tutta la questione nelle mani della Consulta, ma è chiaro che non si potrà andare avanti all'infinito in questo barbaro modo. Occorrerà dunque varare al più presto una legge di più ampio respiro (espressione che non ha nulla a che fare con la permissività, ma semmai con il buon senso e con la pietà umana), che preveda l'accesso al suicidio assistito anche a chi non è "attaccato ad una macchina". E' il caso di persone come ad esempio Laura Santi (ritratta nella foto, assieme a Marco Cappato), paziente di 49 anni affetta da una forma grave di sclerosi multipla, che deve fronteggiare quotidianamente una sofferenza divenuta per lei insopportabile. A persone come lei il suicidio assistito è, al momento, ancora negato. Ciò equivale ad essere condannati a subire una sofferenza atroce di durata indeterminata. Si tratta di ciò che alcuni giustamente chiamano, a causa della colpevole indisponibilità a varare delle appropriate normative, "tortura di Stato". 


Giusto oggi mi è pervenuta una email redatta da questa paziente e diffusa dall'Associazione, leggendo la quale mi sono commosso, decidendo così di mettere in secondo piano il mio profilo, che è comunque disponibile qui di seguito, qualora - gentile visitatore - volessi consultarlo. 

 

Laura Santi ha voluto partecipare, pur costandole la cosa un grande sforzo, alla seduta della Consulta del 19 giugno scorso, dedicata al "caso Cappato". Ha dovuto abbandonare tuttavia l'aula a metà seduta, perché a causa dei dolori procurati dalla sua patologia non ce la faceva più a rimanere. Riporto appena un paio di passaggi di quella email sui quali, gentile visitatore, ti inviterei a riflettere (il grassetto è dell'autrice stessa) :

 

«Quando il presidente ha letto l'elenco delle associazioni pro-life contro il suicidio assistito, mi sono messa a piangere come una bambina. Perché esistono questi soggetti nel nostro Paese che si accaniscono contro le persone gravemente malate? Perché la presidenza del Consiglio trova pure il tempo di costituirsi parte civile (cosa che peraltro, riflettendo a sangue freddo, è un segno di debolezza)?»


[…]

 

«Il suicidio assistito in Svizzera è legale, anche se il tuo corpo non viene tenuto in vita grazie ai “sostegni vitali”. Ma sono le macchine che devono per forza farti continuare, anche contro la tua volontà? A farlo, non sono forse anche l’ossigeno, la morfina per lenire il dolore, le terapie insopportabili, la dipendenza totale e h24 dalle mani di persone che ogni giorno ti vedono soffrire di più? Se non ci fosse qualcuno accanto a me, io morirei di stenti. Non sono forse sostegni vitali questi?» 

 

Ecco, oggi ho letto il messaggio di questa sfortunata paziente, e ho deciso che "il mio profilo" poteva benissimo attendere e passare tranquillamente in secondo piano.

 

24 giugno 2024

 

 

Il mio profilo

"Come faccio a spiegare a mia moglie che, mentre me ne resto a guardare attraverso una finestra, in realtà sto lavorando?"

                                                      Joseph Conrad

"Il mestiere dell'Uomo è pensare. Pensare autonomamente, coscientemente, lucidamente, per costruire un sistema libero di interpretazione del mondo, da condividere e dibattere con i suoi contemporanei e da lasciare in eredità alle generazioni future"

                                                Umberto Veronesi

"Al mattino, quando non hai voglia di alzarti, ti sia presente questo pensiero: mi sveglio per compiere il mio mestiere di uomo"

                                                 Marco Aurelio

Sono un medico Oftalmologo che ha svolto la sua intera carriera - parallelamente esercitando la libera professione - presso la Cinica Oculistica dell'Università di Genova (poi confluita nel Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica dello stesso Ateneo), avendo la fortuna di averne vissuto, in anni purtroppo lontani e in un contesto unico e irreplicabile, il periodo di massimo fulgore e di più grande prestigio, con l’orgoglio di avervi contribuito, per modesto che possa essere stato tale contributo.

 

Già a partire dagli anni immediatamente precedenti il mio pensionamento, ho iniziato ad avvertire l'esigenza di fare il "punto nave", di "mettere ordine nei cassetti", di chiarire a me stesso una quantità di idee e di quesiti che mi affollavano la mente, provocando un ronzio abbastanza frastornante. Una volta affrancatomi dai miei gravosi impegni lavorativi, ho potuto finalmente dedicarmi a quest'opera di "riordino delle idee", e l'ho praticata nella maniera a me più congeniale, ossia scrivendo. Nel farlo, mi sono tornate alla mente le parole di Fernando Pessoa, quando asseriva "Scrivo non per dire ciò che penso, ma per pensare". E' proprio vero. Scrivere è un modo per chiarire le idee in primo luogo a se stessi.

 

Il frutto principale di quest'opera di "riordino delle idee" è stato il mio libro "Quota periscopio", una raccolta di pensieri apparentemente espressi in libertà, ma in realtà tenuti saldamente assieme da un fil rouge che alla fine conferisce ad essi un carattere unitario, che si traduce poi nella mia visione esistenziale, nel mio modo di guardare all'Umanità e all'Universo.

 

La scrittura di questo ponderoso volume è venuta dopo la lettura dell'opera omnia di Friedrich Nietzsche, il sommo pensatore che rappresenta il mio punto di riferimento filosofico. Mi preme precisare, in proposito, che non ne sono stato condizionato o addirittura plagiato. Più semplicemente, mi sono rispecchiato nel suo pensiero, che egli ha espresso con una profondità ed un senso estetico che si sono peraltro rivelati incomparabili e inimitabili. Si parva licet componere magnis (mi preme sottolinearlo due volte) ho tratto ispirazione, per ciò che riguarda lo schema secondo il quale la mia opera è stata concepita, da capolavori come lo "Zibaldone" di Giacomo Leopardi e "Umano, troppo umano", l'opera a mio avviso più significativa del pensiero di Nietzsche. Forse ancora più dello "Zarathustra", dal momento che, in essa, il filosofo tedesco esplora a 360° tutti gli aspetti dell'esistenza umana, senza trascurarne alcuno, particolarmente avvalendosi di quella capacità di analisi psicologica della quale Nietzsche dà prova di essere abilissimo artefice.

 

Ho scritto poi diversi altri libri, spaziando da un argomento all'altro. Non l'ho fatto per sfoggio di eclettismo, ma più che altro per mettermi un po' alla prova per quanto riguardava la mia capacità (...o meno; sarà il lettore a dover giudicare...) di saperli affrontare in maniera adeguata. E così ho pubblicato alcuni saggi di argomento filosofico, e anche un libro a sfondo autobiografico che aveva per scopo la rievocazione delle atmosfere e dei costumi propri di una certa era da me vissuta (gli anni tra i '50 e i '70 del secolo scorso).

 

Ho scritto anche un racconto di genere sentimentale, (“La storia incompiuta di Stelio e Mila”), ove il termine "sentimentale" non deve evocare alcun cedimento a quei toni sdolcinati e a quel romanticismo mellifluo che sono propri di tanta letteratura da ombrellone. Si tratta, infatti, di un racconto pressoché privo di dialoghi, che indaga la psicologia di due amanti la cui sofferta storia d'amore non riesce a giungere al suo coronamento.

 

Ho anche scritto alcuni libri di carattere tecnico e scientifico, dedicati alla professione che ho svolto. Due di essi sono dei testi didattici universitari che sono divenuti il punto di riferimento, in ambito nazionale, per quanto riguarda lo studio del Campo Visivo. 

 

Nel 2021 ho pubblicato tre libri. Il primo (“Colpito ma non affondato”) ripercorre la storia di una grave malattia dalla quale sono stato colpito, dando spazio soprattutto alle emozioni e agli aspetti psicologici che la cosa ha implicato.

 

Il secondo ("La Terra se ne infischia dell'ecologia, ma... soprattutto degli ecologisti") analizza, con spirito socio-psicologico, le motivazioni che sono alla base del movimento ecologista, indagandone le origini più ancestrali. Motivazioni che sono sostanzialmente fatte mie, ma senza che vengano risparmiate critiche - a tratti anche aspre, ma sempre condotte con spiccato senso dell'ironia - nei confronti di certe derive un po' fondamentaliste dalle quali quel movimento è non di rado afflitto. 

 

Il terzo ("La materia non è 'vile'") è un breve saggio di argomento filosofico, ricco di originali spunti di riflessione, che si propone lo scopo di riabilitare la reputazione di una materia che, a causa di un'impronta profondamente scavata nell'inconscio collettivo, si continua ancora oggi a considerare "vile", in contrapposizione alla levità e nobiltà dello "spirito".

 

Del 2022 sono i due saggi “L’intervista che non fu mai fatta” e “Una fortuna cosmica? No. Semmai una sfiga galattica”. Essi si occupano di ambiti diversissimi tra loro, ma sono tuttavia accomunati dall’originalità degli assunti e dal fatto di costituire per il lettore uno stimolo a riflettere su una quantità di temi che vengono affrontati in maniera non solo per nulla scontata e convenzionale, ma anzi dopo avere talvolta addirittura ribaltato completamente la prospettiva secondo la quale essi sono abitualmente affrontati.

 

Nel 2023 ho pubblicato il saggio di argomento filosofico "Alcune argomentazioni sulla non esistenza del tempo", che ripropone uno dei più antichi quesiti che il pensiero filosofico si sia mai posto («Che cos'è il tempo?»), ma che qui trova nuova linfa e nuovi spunti originali di riflessione, grazie ai nuovi elementi di conoscenza che sono stati forniti dalle grandi scoperte scientifiche dell'era moderna (relatività, meccanica quantistica, progressi dell'astrofisica). Ne scaturiscono dei punti di vista piuttosto inediti.


Sempre nel 2023 ho pubblicato altre 3 opere, per la cui descrizione rinvio alla sezione di questo sito specificamente dedicata ai miei libri.

 

Negli anni scorsi, alcuni miei scritti  hanno ricevuto dei riconoscimenti in occasione di vari concorsi filosofico-letterari nazionali.

 

Le mie opere edite in forma cartacea sono agevolmente reperibili e acquistabili su tutti i principali siti di vendita di libri online (Amazon, Mondadori, Feltrinelli, IBS, Hoepli, ecc., ecc.). I miei eBook sono invece reperibili esclusivamente sul sito web di Amazon.

 

Per avere una panoramica complessiva dei miei libri, completa della loro presentazione, suggerisco - oltre che di visitare la pagina di questo sito che vi è dedicata - di digitare, sul proprio motore di ricerca (Google o altri) le parole "libri di Guido Corallo Amazon". In questo modo, in cima alla lista dei vari link compare giusto quello che rimanda alla mia “voce autore” sul sito di Amazon, che rappresenta la vetrina più completa dei miei libri.


In calce alla descrizione dei miei libri, reperibile in questo sito nella sezione ad essi dedicata, è presente un link che consente di accedere direttamente alla pagina Amazon dedicata a ciascuno di essi.

 

Grazie dell'attenzione e buona lettura!